Walking With Elias (x2!)

Il tempo passa e OBlezio non viene aggiornato. In realtà invece si è aggiornato eccome, gli ho pure regalato l’upgrade, l’avete notato? (dovreste, ora dovrebbe essere sparita la pubblicità, o almeno credo, boh). Ora ha un dominio tutto suo, oblezio.com.
E’ diventato grande, peccato che la sua padrona lo trascuri sempre più del dovuto. Ho questo post in canna da settimane, e come sempre trovare il tempo per fare uscire le parole dalla mia testa è un’impresa titanica.
Ma ora eccoci qui, e me ne esco con un post che giàssò sarà lungo, per cui mettetevi pure comodi and let’s go.

Continua a leggere

Andare in montagna e altre cose da non fare

L’estate è praticamente finita, ieri la scuola è ricominciata, e non è stata proprio una di quelle estati perfette, cioè in parte sì, la prima credo, quella dove siamo stati al mare “con gli scogli” e ci siamo miracolosamente rilassati e divertiti e per la prima volta in quattro anni non siamo tornati a casa con il bisogno di una settimana di vacanza per riprendersi dalle vacanze.
Poi c’è stata la seconda parte, quella dove siamo tornati al mare “senza scogli” ma ci siamo riposati molto meno, quella dell’agosto passato in ufficio a lavorare ma soprattutto quella dell’incidente in montagna che ha concluso la nostra estate, fatto finire le nostre ultime vacanze nel mare “lontano” prima del dovuto e *spoiler alert* mi sta facendo annoiare a morte a casa da due settimane con una costola rotta.

Continua a leggere

Fuckin’ Shake Up

E’ giusto che voi sappiate che qui si sta consumando un dramma.
E’ ancora più giusto che prima di ogni cosa voi siate consapevoli che questo sarà un post di quelli in cui dimentico di avere 36 anni, due figli e un cervello più o meno funzionante ed entro in modalità adolescente cretina e invasata. Così almeno non potete dire che non lo sapevate.

Continua a leggere

Ciao

Un’immagine: una foto a mezzobusto alta circa 10 centimetri, non so se ritagliata da un giornale o stampata da Internet, incollata su un cartoncino con la base piegata per farla stare in piedi.
Le risate che questa cosa scatenava in ufficio. Era un regalo delle mie amiche per prendermi in giro per una delle mie solite incomprensibili passioni. Effettivamente quel mezzobusto sorridente vicino al monitor faceva davvero ridere, un po’ per la grossolanità dell’oggetto (anche ritagliato male) e un po’ per il soggetto, non esattamente il tipico sex symbol di cui avere foto sulla scrivania.

In questa immagine c’è tutto l’affetto che avevo per te, ti ho voluto bene, ti ho ammirato e mi sei sempre piaciuto in tutto quello che hai fatto, e sognavo di conoscerti di persona.
Non è una cosa che faccio d’abitudine in questi casi, ma a te lo dovevo.
Semplicemente non riesco a credere che tu non ci sia più.
Ciao Fabrizio, mancherai tanto.

“Questo non è morire, questo è andarsene con stile.”

Siate gradevolmente profumati

Una delle prime cose che si imparano studiando l’enneagramma (voi avete studiato? Ora sapete di cosa parlo o ancora siete lì ad aspettare che ve lo spieghi io?) è il fatto che ogni persona, di qualunque enneatipo sia, tende a pensare che se al mondo tutti agissero come lui, tutto andrebbe molto meglio.
In realtà non è affatto così, anche se non sembra (o dia molto fastidio accettarlo) il mondo funziona solo per il fatto che ognuno di noi ha reazioni totalmente differenti davanti alla stessa situazione. Non sarebbe possibile un mondo in cui tutti agiscono e reagiscono allo stesso modo. Sì insomma a quanto pare c’è bisogno di tutti per andare avanti, anche dei cretini, degli stronzi, gli egoisti e via dicendo.

Continua a leggere

Diamo al 2017 quel che è del 2017

Mi sono resa conto che leggendo gli ultimi post di OBlezio sembra che l’anno appena finito sia stato veramente schifoso.
Però dai no, non è stato esattamente così. Mi sento di spezzare qualche lancia in favore del povero 2017, che di cose belle ne ha portate anche lui (come si dice sempre delle persone che non ci sono più, era tanto una brava persona).

Continua a leggere

Tempi

C’è stato un tempo in cui casa mia (o meglio, la casa in cui vivo ora, che non è tecnicamente mia) era piena di gente.
C’erano due piccoli sorprendenti esserini e tanta gente che andava e veniva, intorno a loro, e di conseguenza anche intorno a me.
C’è stato un tempo in cui per fortuna questo tempo è finito, ed è iniziato un tempo diverso. C’erano sempre gli esserini ma c’era meno gente, c’erano due ragazze che per necessità erano entrate profondamente nella nostra vita e in questo tempo abbiamo imparato ad aprire la nostra casa non più così piena di gente anche a persone nuove, persone che prima non conoscevi e che da un momento all’altro girano di giorno e di notte per casa tua in tuta e calzettoni.
C’è poi stato un tempo in cui solo una di queste ragazze ha continuato a girare per casa, e solo di giorno, ma tutti i giorni. Un tempo durato a lungo, tre anni, e durante questo tempo è inevitabilmente successo che è diventata una parte della famiglia, mentre il tempo passava, gli esserini crescevano e la sua famiglia (quella vera, la sua) si allargava.

Oggi anche questo tempo finisce. Ovviamente tutti sapevamo bene che questo giorno sarebbe arrivato ma nessuno ci è arrivato pronto. Gli esserini in questione ormai sono grandi e presto, prestissimo, tra pochi giorni inizieranno la loro nuova avventura alla scuola materna ed inizierà un nuovo tempo in cui la nostra casa, dopo più di tre anni, tornerà ad essere vuota.

Questo non toglie che in qualunque tempo vivremo, lei è stata e rimarrà sempre una parte della nostra famiglia. Se siamo riusciti a fare tutto quello che abbiamo fatto in questi tre anni è stato per la maggior parte merito suo. E’ stata ostetrica, consulente, tata, confidente, consigliera, educatrice e soprattutto Amica.
Per noi e per lei inizia un nuovo tempo, lo affronteremo entrambe, più lontane ma sempre in qualche modo vicine.